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mercoledì, aprile 13, 2005

Sul penultimo Papa

Mi sembra di essere appena uscito da una "bolla di realtà", una settimana di bombardamento mediatico, un vero 'De Labore Solis', luce paralizzante che fuoriesce sparata direttamente da un tubo catodico.

Resisto per default dall'inoltrare il sospetto SMS per non buttare via soldi inutilmente ed arricchire una compagnia telefonica che ne ha fin troppi, ed altrettanti ne butta via accumulando debito - che poi finiamo di pagare noi.

Non resisto nell'essere portato a credere che "parlare di pace" equivalga a "portare la pace". Tra il dire e il fare...

Non sta proprio in piedi. Sulla sanguinosa e malatamente preventiva e prefabbricata guerra in Iraq (senza contare le altre, in questi 27 lunghi anni), si dovevano spendere fiumi di parole e non inutili e sporadici interventi. Andavano ribaltate le testate dei giornali, articoli infuocati, prese di posizione nette e decise e insulti a non finire.

Nessuno ha più occhi per vedere, ma solo per tirare a campare il più possibile.

Ipocrisia. Tanta.

E' tutto e solo una questione di politica e di interessi. Chi non rispetta le 'relazioni internazionali' viene eliminato, e non è di morte naturale, anche se a volte può apparire come tale.

Di certo siamo di fronte a tempi marcati col fuoco.
Un'immensa Ara sacrificale. L'Ara dei fatti non colti.
Ci stanno vendendo - chi non è attento diventa cibo per ignoti.