Quando B. ricevette quelle intimidazioni, il mondo intorno a lui sembra essersi riempito di occhi invisibili che sbirciavano l'etere in ogni direzione, in ogni momento. Anche le telefonate sembravano diverse, c'era uno strano eco di fondo, che spesso creava un inquietante fruscìo.
Un giorno addirittura mi disse che mentre stava parlandomi al telefono, sentì una voce metallica che blaterargli all'orecchio frasi poco rassicuranti. Io dall'altra parte ero in grado di sentire solo quello strano rumore.
Di sicuro qui in Italia la pratica dell'intercettazione telefonica è cosa assai diffusa, come ci illumina l'articolo di oggi.
"E' stato registrato - dice la Tim, telefonia mobile - un continuo incremento di attivazioni di intercettazioni telefoniche", e quindi è stato raggiunto "il limite delle cinquemila linee intercettabili, limite massimo attualmente disponibile".
"Il numero delle intercettazioni - è in Italia enormemente superiore a quello degli altri paesi europei"
Hey! Siamo i primi in Europa!
Anzi, siamo enormemente in prima posizione...
Chissà in quegli anni quanti potevano essere i telefoni sotto sorveglianza, e chissà se l'allaccio veniva sempre praticato sotto l'egida di una sana caccia al crimine. Spero sempre che quello di B. fosse solo un caso isolato, o una paranoia, o...cos'altro?
sabato, febbraio 19, 2005
Presente pt. 3a
Concludo questo piccolo esercizio di consapevolezza esterna, sottolineando quanto l'amato-odiato www sia indispensabile per raccogliere quanta più realtà oggettiva possibile, e farne buon uso, magari. L'importante è perlomeno - sapere come gira il mondo.
Sentir suonare più di una campana prima di dire l'ultima è sempre stato un ottimo esercizio di consapevolezza. Su internet si ha la possibilità di leggere, seppur non completamente, tutti i giornali del mondo. A volte è richiesta la conoscenza di più lingue, e molto spesso basta saper leggere un po' d'inglese, visto che sempre più testate online vengono tradotte in questa lingua.
E fa piacere che a volte qualcuno si ricordi che esiste anche l'italiano!
Leggete ad esempio il sito di Al Jazira versione italiana. Uno spasso.
Non so quanto abbia a che fare con Al Jazeera.
Beppe Grillo dice che Al Jazeera è sponsorizzata da due grandi multinazionali americane, e che il satellite da cui trasmette è lo stesso che viene usato anche dalla CNN. In effetti è un network che ha base in Qatar, che è una sorta di base americana, come l'Italia del resto.
Val bene uno sguardo, comunque.
Sentir suonare più di una campana prima di dire l'ultima è sempre stato un ottimo esercizio di consapevolezza. Su internet si ha la possibilità di leggere, seppur non completamente, tutti i giornali del mondo. A volte è richiesta la conoscenza di più lingue, e molto spesso basta saper leggere un po' d'inglese, visto che sempre più testate online vengono tradotte in questa lingua.
E fa piacere che a volte qualcuno si ricordi che esiste anche l'italiano!
Leggete ad esempio il sito di Al Jazira versione italiana. Uno spasso.
Non so quanto abbia a che fare con Al Jazeera.
Beppe Grillo dice che Al Jazeera è sponsorizzata da due grandi multinazionali americane, e che il satellite da cui trasmette è lo stesso che viene usato anche dalla CNN. In effetti è un network che ha base in Qatar, che è una sorta di base americana, come l'Italia del resto.
Val bene uno sguardo, comunque.
Presente pt. 2a
Detto fatto. Ho parlato un po’ dell’Iran e Bush proprio oggi rincara la dose con un enigmatico, forse non più di tanto, “Mai dire mai”.
Si capisce meglio andando sul sito della CNN:
"Listen, first of all, you never want a president to say 'never.' But military action is certainly not -- it's never the president's first choice. Diplomacy is always the president's first -- at least my first choice."
"Ascoltate, prima di tutto, non vorrete mai far dire and un presidente 'mai'. Ma un’azione militare non è sicuramente – non è mai la prima scelta del presidente. La diplomazia è sempre la prerogativa prima del presidente – almeno è la mia prima scelta”.
Meno chiaro di così si muore. Appunto. Ma stiamo a vedere.
Si capisce meglio andando sul sito della CNN:
"Listen, first of all, you never want a president to say 'never.' But military action is certainly not -- it's never the president's first choice. Diplomacy is always the president's first -- at least my first choice."
"Ascoltate, prima di tutto, non vorrete mai far dire and un presidente 'mai'. Ma un’azione militare non è sicuramente – non è mai la prima scelta del presidente. La diplomazia è sempre la prerogativa prima del presidente – almeno è la mia prima scelta”.
Meno chiaro di così si muore. Appunto. Ma stiamo a vedere.
venerdì, febbraio 18, 2005
Presente
Mentre scrivo di memorie passate non posso non gettare uno sguardo anche al presente, alle recenti notizie sui giornali, e alla disperata landa Medio Orientale.
La guerra in Iraq, come confermato dagli Stati Uniti stessi, è partita basandosi su informazioni fasulle.
Ma il fatto terribile è che, adesso che la matriciana fumante è bella che servita, quelli al governo continuano a girare il coltello nella piaga, e sembra proprio che l’arma gli sia “sfuggita di mano”, colpendo anche altri paesi ai fianchi dell’Iraq: Siria e Iran.Fanno fare a Condi Rice il giro d’Europa per raccogliere consensi e collaborare insieme, per riuscire nell’intento di radicare una democrazia che è costata la morte di 100.000 civili.
Si impegnano continuamente, e danno fiducia ad un ex boiardo planetario del calibro di John Negroponte, come descrive l’articolo di Dave Lindorff “La sanguinosa carriera di John Negroponte”.
Intanto in Libano viene ucciso Hariri, e la folla inneggia contro la Siria, già nel mirino americano; gli USA replicano che non è detto che la Siria sia implicata nell’attentato (poco ma sicuro…), ma intanto fanno notare che la Siria sta giocando sporco, appoggiando la resistenza irachena.
E poi: “L'Iran non è nella nostra agenda. Per ora” – dice Condoleezza– e il giorno dopo replica aggiungendo “Teheran e Pyongyang sanno bene che non possono avere arsenali di quel tipo, spero che arrivino presto a conclusioni ragionevoli”. Il ché, ricordando che già tre o quattro mesi fa i neocons avevano iniziato a parlare dell’Iran come un potenziale pericolo e tenendo a mente la lunga sequela di ‘botta e risposta’ tra USA e Iraq, mesi prima dell’inizio della guerra, non mi fa prospettare niente di buono.
Morte. Falso dialogo. E poi via! Giù le bombe. Preventivamente.
Se mai la ragione prevarrà dopo questi anni di crisi, la faccenda della “guerra preventiva” risuonerà nella testa degli increduli lettori di libri di storia, come l’ennesima macchia nera che grava sulle coscienze dell’umanità intera, laddove la guerra in Iraq, analizzata finalmente con la dovuta dose di oggettività e distacco ideologico, unico momento di barlume intellettuale per gli stolti capaci di vedere soltanto girando indietro lo sguardo, si aggiungerà alla lunga sequela di crimini all’umanità sponsorizzati dall’umanità stessa.
Seguono tutti il pifferaio magico.
La guerra in Iraq, come confermato dagli Stati Uniti stessi, è partita basandosi su informazioni fasulle.
Ma il fatto terribile è che, adesso che la matriciana fumante è bella che servita, quelli al governo continuano a girare il coltello nella piaga, e sembra proprio che l’arma gli sia “sfuggita di mano”, colpendo anche altri paesi ai fianchi dell’Iraq: Siria e Iran.Fanno fare a Condi Rice il giro d’Europa per raccogliere consensi e collaborare insieme, per riuscire nell’intento di radicare una democrazia che è costata la morte di 100.000 civili.
Si impegnano continuamente, e danno fiducia ad un ex boiardo planetario del calibro di John Negroponte, come descrive l’articolo di Dave Lindorff “La sanguinosa carriera di John Negroponte”.
Intanto in Libano viene ucciso Hariri, e la folla inneggia contro la Siria, già nel mirino americano; gli USA replicano che non è detto che la Siria sia implicata nell’attentato (poco ma sicuro…), ma intanto fanno notare che la Siria sta giocando sporco, appoggiando la resistenza irachena.
E poi: “L'Iran non è nella nostra agenda. Per ora” – dice Condoleezza– e il giorno dopo replica aggiungendo “Teheran e Pyongyang sanno bene che non possono avere arsenali di quel tipo, spero che arrivino presto a conclusioni ragionevoli”. Il ché, ricordando che già tre o quattro mesi fa i neocons avevano iniziato a parlare dell’Iran come un potenziale pericolo e tenendo a mente la lunga sequela di ‘botta e risposta’ tra USA e Iraq, mesi prima dell’inizio della guerra, non mi fa prospettare niente di buono.
Morte. Falso dialogo. E poi via! Giù le bombe. Preventivamente.
Se mai la ragione prevarrà dopo questi anni di crisi, la faccenda della “guerra preventiva” risuonerà nella testa degli increduli lettori di libri di storia, come l’ennesima macchia nera che grava sulle coscienze dell’umanità intera, laddove la guerra in Iraq, analizzata finalmente con la dovuta dose di oggettività e distacco ideologico, unico momento di barlume intellettuale per gli stolti capaci di vedere soltanto girando indietro lo sguardo, si aggiungerà alla lunga sequela di crimini all’umanità sponsorizzati dall’umanità stessa.
Seguono tutti il pifferaio magico.
lunedì, febbraio 14, 2005
Dal tabaccaio in procinto di fallire, ancora…
Insomma, il PC arriva a destinazione, ci mette un po’ per caricare il S.O., ma una volta comparso il desktop fila tutto liscio, a parte il fine sessione, che richiede uno spegnimento manuale, dovuto al “motore” che gira più del dovuto.
Passano le settimane, poi mi rifaccio vivo dal tipo, perché mi serve qualche altro pezzo a buon mercato (davvero?).
Voglio un HD nuovo! Passare a Linux, installare più sistemi operativi in uno, e costringere in qualche modo questo amico alla mano, a darmi qualche lezione di assemblaggio hardware. Volevo in soldoni fare un po’ di esperienza, che diamine, muovermi un po’, ed avere la possibilità di fare un corso pratico senza sborsare soldi era veramente quella che per me più si avvicinava ad un’occasione d’oro. Coi fiocchi…
Il baffuto individuo annuisce e mi scruta con fare indefinibile, tutte le volte che sollevo questa mia urgenza. Dice che mi chiamerà al prossimo assemblaggio, ma per il momento non si fa altro che scambiare due parole, bere caffè su caffè, e fumare a ripetizione davanti al monitor, o ai monitors…e fortuna che qualcuno ha scoperto la nicotina, altrimenti il mio cervello sarebbe già bello che modellato da quella miriade di onde elettromagnetiche, che, da perfette indisciplinate, entrano sempre senza bussare.
E poi non parliamo di cellulari. Almeno per il momento, perché ne parleremo molto più in là, statene certi.
Stavo dicendo… bè, di caffè ce n’era in abbondanza, almeno nei primi tempi, visto che il tipo teneva un macchinetta del caffè espresso costantemente accesa nel suo salottino puzzolente, e di sigarette non ne mancavano, almeno, ripeto, in questo primo periodo di riscaldamento, visto che il negozietto di cui ho parlato qualche puntata fa, era in realtà un minuscolo sali e tabacchi, attività avviata da si tanto tempo, anche se con i giorni contati: bastava un minimo di comune senso pratico per cogliere che un’imminente catastrofe era vicina.
Era infatti il più sfornito dei tabacchi della zona (se le fumava tutte lui?), e un mondo senza tabacco che brucia è come una macchina col serbatoio pieno in sosta perenne.
Per la cronaca, scrivendo, passo dal presente al passato senza ritegno, e persevero.
Passano le settimane, poi mi rifaccio vivo dal tipo, perché mi serve qualche altro pezzo a buon mercato (davvero?).
Voglio un HD nuovo! Passare a Linux, installare più sistemi operativi in uno, e costringere in qualche modo questo amico alla mano, a darmi qualche lezione di assemblaggio hardware. Volevo in soldoni fare un po’ di esperienza, che diamine, muovermi un po’, ed avere la possibilità di fare un corso pratico senza sborsare soldi era veramente quella che per me più si avvicinava ad un’occasione d’oro. Coi fiocchi…
Il baffuto individuo annuisce e mi scruta con fare indefinibile, tutte le volte che sollevo questa mia urgenza. Dice che mi chiamerà al prossimo assemblaggio, ma per il momento non si fa altro che scambiare due parole, bere caffè su caffè, e fumare a ripetizione davanti al monitor, o ai monitors…e fortuna che qualcuno ha scoperto la nicotina, altrimenti il mio cervello sarebbe già bello che modellato da quella miriade di onde elettromagnetiche, che, da perfette indisciplinate, entrano sempre senza bussare.
E poi non parliamo di cellulari. Almeno per il momento, perché ne parleremo molto più in là, statene certi.
Stavo dicendo… bè, di caffè ce n’era in abbondanza, almeno nei primi tempi, visto che il tipo teneva un macchinetta del caffè espresso costantemente accesa nel suo salottino puzzolente, e di sigarette non ne mancavano, almeno, ripeto, in questo primo periodo di riscaldamento, visto che il negozietto di cui ho parlato qualche puntata fa, era in realtà un minuscolo sali e tabacchi, attività avviata da si tanto tempo, anche se con i giorni contati: bastava un minimo di comune senso pratico per cogliere che un’imminente catastrofe era vicina.
Era infatti il più sfornito dei tabacchi della zona (se le fumava tutte lui?), e un mondo senza tabacco che brucia è come una macchina col serbatoio pieno in sosta perenne.
Per la cronaca, scrivendo, passo dal presente al passato senza ritegno, e persevero.
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